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Page 1: Dadi inoetti ai roootrassegna.be.unipi.it/20170107/PG06175.pdf2017/01/07  · il test di gravidanza, ma sfruttan-do la stessa tecnologia sono stati realizzati dispositivi per rilevare

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Nelle provette virtuali Fiamme contro i roghiesperimenti senza rischi è il "fuoco prescritto 55

LA CHIMICA tradizionale ha un

problema: costa. Mescolareelementi diversi può tradursi

in uno spreco di tempo e denaro,così come può creare qualche ri-schio. Ecco perché un gruppo di ri-cercatori del dipartimento di Chi-mica, coordinati da Piero Uglien-go, sta gettando le basi per la nasci-ta di una nuova disciplina: la chimi-ca computazionale. Come funzio-na? «Grazie all'evoluzione dei su-percalcolatori, oggi possiamo lavo-rare in laboratori chimici virtualinei quali, senza vetreria, reagentipericolosi o fumi soffocanti, possia-mo simulare il comportamento del-le molecole e dei materiali», spie-gano i ricercatori torinesi, chestanno portando avanti i loro studicollaborando con partner tede-schi, norvegesi, spagnoli, britanni-ci e francesi.

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HI DEVE lottare contro gli in-cendi nei boschi ha un nuo-vo alleato: il fuoco. Può sem-

brare un paradosso, invece è l'og-getto della ricerca di quattro stu-diosi del dipartimento di Scienzeagrarie e forestali, coordinati daDavide Ascoli e Giovanni Bovio. Èla tecnica del "fuoco prescritto" efunziona così: «Si applica preventi-vamente il fuoco prima che si veri-fichi un incendio dannoso. Ma lo sifa in modo scientifico, per non alte-rare i processi ecologici del bosco»,raccontano i ricercatori di "Unito".Nel campus di Grugliasco studia-no questo processo ormai dal 2004e i risultati sono positivi: «Molti in-cendi sono dovuti all'uso del fuocoda parte dei pastori. Regolamenta-re il fuoco rurale con il fuoco pre-scritto riduce i costi di spegnimen-to e gli impatti sull'ambiente».

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laboratorio di analisista dentro un orologio

TA IN una mano ed è grandecome un orologio a cipolla, ep-pure è un laboratorio di anali-

si. La specialità di un team di ricer-ca del dipartimento di Chimica,guidato da Laura Anfossi, è pro-prio la creazione di dispositivi diquesto tipo, in grado di eseguire te-st rapidi grazie al fatto che sfrutta-no bioreagenti (cioè anticorpi) enanomateriali per riconoscere lemolecole. «L'esempio più famoso èil test di gravidanza, ma sfruttan-do la stessa tecnologia sono statirealizzati dispositivi per rilevarenumerosissime sostanze per anali-si cliniche, veterinarie, forensi e disicurezza alimentare», racconta-no i ricercatori. In futuro, dunque,sarà sempre più semplice fare ana-lisi sul momento e a trarne vantag-gio saranno innanzitutto i medicie i veterinari (e i loro pazienti).

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Gli effetti degli inquinanti I meccanismi neurali Lame e grilli nei mangimisull'organismo umano per lvisione artificiale (e in futuro nel piatto)

ERCHÉ si diventa obesi o ano-ressici? Da cosa deriva l'infer-

tilità? La colpa può essere di al-cuni inquinanti presenti in casa, co-me le plastiche dei contenitori ali-mentari, gli additivi dei cosmetici e imateriali usati nei giocattoli. È il te-ma su cui lavorano cinque ricercato-ri dei dipartimenti di Scienze dellavita e Biotecnologie molecolari, gui-dati da Patrizia Bovolin e Giorgio Ro-berto Merlo. Sotto la loro lente ci so-no i neuroni ipotalamici, che se nonlavorano a dovere possono creareproblemi di peso o sessuali. Il motivopuò essere genetico, ma non solo: «Ilmalfunzionamento - spiega ilteam - più frequentemente dipen-de da fattori ambientali. Il nostroobiettivo è valutare gli effetti dei piùcomuni inquinanti presenti in am-biente domestico, in particolare lemolecole rilasciate dalle plastiche».

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E SI OSSERVA attentamente unapersona è possibile capire se haintenzione di compiere un de-

terminato movimento. Ne sono con-vinti Cristina Becchio e Andrea Ca-vallo, ricercatori del dipartimento diPsicologia, che stanno studiandoproprio queste dinamiche e i mecca-nismi neurali che vengono coinvolti.Può sembrare una questione teori-ca, invece ha tante ricadute: «L'im-patto delle nostre ricerche - diconogli studiosi-si estende a tre ambiti:quello clinico, con lo sviluppo di nuo-vi protocolli di riabilitazione dei defi-cit motori; quello robotico, nel contri-buire alla creazione di robot in gra-do di "leggere" le intenzioni umane;quello della visione artificiale, attra-verso il miglioramento dei sistemiusati per rilevare segnali biologici co-me, ad esempio, il movimento poten-zialmente aggressivo».

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ONO ORMAI molti gli studiosi

Dconvinti che in futuro gli inset-

saranno fondamentali nella%dieta dell'uomo. Prima che si arrivia quel punto, i dipartimenti diScienze agrarie e di Veterinariastanno invece valutando se sia pos-sibile fare sì che larve e grilli diven-tino prima di tutto mangimi. L'U-nione europea ci crede perché, spie-gano i ricercatori guidato da LauraGasco, «un sistema di produzioneintegrato fra insetti e animali dareddito rappresenta un interessan-te modello di bio-economia». Primaperò bisogna capire se questi man-gimi sono abbastanza digeribili enutritivi: «Noi - raccontano gli stu-diosi - ci occupiamo di valutare lefarine di larve di insetti quali fontiproteiche sostenibili nell'alimenta-zione dei monogastrici (come coni-gli e cavalli, ndr) ».

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STEFANO PAROLA

NDATE e comunicate». Non ha usatoesattamente queste parole, però è ilconcetto alla base dell'ordine che il

ministero dell'Università ha impartito agliatenei italiani e ai loro ricercatori. Siccomeanche la Commissione europea vuole che gliscienziati vestano il più possibile i panni deidivulgatori, l'Università di Torino si è data dafare: a luglio ha lanciato Frida, un portale in cuiil personale accademico racconta qual èl'oggetto del proprio lavoro. Oggi, a sei mesi didistanza, il sito è diventato un catalogo di ciòche l'ateneo ha messo al centro dei suoi studi edi ciò che è in grado di offrire all'esterno.Si va dalla produzione di frumento più ricco dicomposti nutrizionali all a comprensione dellecause che scatenano l'infarto cardiaco, daglistudi della danza come forma di integrazionetra culture diverse alla creazione di nuovemolecole luminescenti che costituiranno glischermi tv del futuro. In tutto finora Fridaospita circa 140 percorsi di ricerca, suddivisiper temi, più una trentina di racconti che gliaccademici hanno condiviso per far capire dicosa si occupano e dove vogliono arrivare.

È solo la punta dell'iceberg, per un ateneo checonta 9 mila pubblicazioni scientifiche e oltre3.500 tra docenti, ricercatori, assegnisti edottorandi. Però è un inizio: «Il primo impattodi questo progetto è stato tutto internoall'Università: spesso in una realtà grandecome quella di Torino gli studiosi non sanno dicosa si occupano i colleghi di altri dipartimenti.In questo modo agevoliamo la creazione disinergie», racconta Andrea De Bortoli,direttore di Agorà Scienza, che ha ideato esviluppato Frida su incarico dell'ateneotorinese. Poi si tratta anche di spiegare aicontribuenti come vengono utilizzati i soldipubblici e non solo: «Il portale è ancora in unafase "beta", ma l'idea è di creare sezionispecifiche per il mondo della scuola e per ilsistema produttivo», dice De Bortoli.Dunque i ragazzi potranno ad esempio capirecon maggior facilità di cosa si occupano i varidipartimenti di "Unito", per orientarsi meglionella scelta del loro percorso di studi. E anche leimprese (torinesi e no) potranno individuaretemi su cui creare collaborazioni checonsentano loro di migliorare prodotti eprocessi.

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